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mercoledì 15 giugno 2011

Porta Palazzo: il mondo nello spazio di un mercato.

« Porta Palazzo è profumo di frutta e verdura, colori vivaci, vociare straniero mescolato agli svariati dialetti italiani, contatto con popoli lontani. A Porta Palazzo vivono, si incontrano e si scontrano l’Europa, l’Africa e l’Asia. »

(Fiorenzo Oliva, da Il mondo in una piazza. Diario di un anno tra 55 etnie (Stampa Alternativa, 2009)).

I torinesi hanno paura di passeggiare per la piazza, i piemontesi sanno che il rapporto qualità-prezzo è imbattibile tra le sue bancarelle, i meridionali rimpiangono i tempi in cui i “mercatari” parlavano dialetti a loro familiari, marocchini e senegalesi popolano la piazza, così vicina alla loro moschea, di macellerie e kebab, rumeni e albanesi vendono i loro prodotti confondendosi tra la folla, i cinesi sono ad ogni angolo, in ogni negozietto colorato.

E’ Porta Palazzo, il mercato all’aperto più grande d’Europa, un luogo di incontro tra culture diverse e il posto ideale per trovare tutto ciò che si cerca…basta saper guardare!



Ma a che tempi risale questo luogo senza il quale Torino non sarebbe la stessa?
Agli inizi del XVIII secolo il Duca Vittorio Amedeo II di Savoia avvia un importante processo di rinnovamento urbanistico nelll'area nota come Contrada di Porta Palazzo,  che intende ridisegnare la zona suburbana che i viaggiatori attraversavano per entrare in città da settentrione: sotto la direzione dell'architetto Filippo Juvarra, prende corpo quella che originariamente voleva essere una maestosa piazza d'armi, un luogo dove stranieri e sudditi avrebbero potuto ammirare le sfilate militari, in un tripudio di colori e luccichio di sciabole. In quegli anni, il nome assegnato è Piazza Vittoria.
L'intera area diventa poi parte integrante della città quando, nel 1800, Napoleone Bonaparte impone lo smantellamento delle mura che circondano l'abitato. Durante la Restaurazione, il periodo in cui i Savoia ritornano a sedere sul trono, l’architetto Gaetano Lombardi, conduce nuovi lavori e termina il progetto di una piazza ottagonale, che giunge ai giorni nostri immutata. Nel frattempo la settecentesca Piazza Vittoria viene intitolata a Emanuele Filiberto, il sovrano che aveva spostato la corte dei Savoia da Chambery a Torino nel ‘500.
Era il 29 agosto del 1835 quando i mercati cittadini vennero raggruppati e trasferiti nella piazza con lo scopo di proibire la vendita di alimentari dentro le mura per evitare la propagazione del colera. Da allora il mercato non si è più mosso ma ha assunto il nome di Piazza della Repubblica nel 1946, in seguito alla caduta della dittatura fascista in Italia.
Oggi Porta Palazzo è il mercato all'aperto più grande d'Europa,con una superficie di più fi 51mila metri quadrati e quasi 1000 banchi mobili per la vendita di prodotti ortofrutticoli, alimentari e d'abbigliamento; si stima che, nella giornata del sabato, tra le bancarelle si aggirino circa centomila persone. L'attrazione esercitata da un'area commerciale così vasta è forte: ondate migratorie iniziate negli anni sessanta del secolo scorso hanno coinvolto migliaia di italiani sospinti a Torino dal boom economico e industriale, mentre negli ultimi vent'anni i migranti che s'incontrano agli angoli della grande piazza sono quasi solo stranieri, uomini e donne provenienti da ogni parte del globo.

Il nome del mercato trae origine da una delle porte d'accesso alla città. Secondo alcuni Porta Palazzo deriva dalla Postierla San Michele, un antico varco che consentiva l'accesso a Piazza delle Erbe (l'attuale Piazza Palazzo di Città), dove sin dal Medioevo ha luogo un mercato. Un'altra versione suggerisce che il nome provenga da quella che i Romani indicavano come Porta Principalis Sinistra o Palatina.



Le comunità del mercato sono numerose quasi quanto l’offerta di prodotti, che spaziano dall’abbigliamento alla frutta e verdura, dal pesce alle scarpe, dai formaggi agli utensili da casa. Vale la pena perdersi tra i banchi di questo mercato senza confini, così prossimo al Quadrilatero Romano, polo della movida torinese.
All’angolo inferiore della piazza, sotto la tettoia di ferro troviamo il mercato dei contadini, dove i produttori locali vendono ortaggi, frutta e prodotti tipici, come i famosi agnolotti del plin e insieme a loro i contadini cinesi che portano sui loro banchi i prodotti del loro Paese, coltivati poco fuori Torino. Seguono il mercato II del pesce, dove i pescivendoli del sud hanno mantenuto la loro egemonia come accadeva in passato, il mercato III (Palafuksas) dell’abbigliamento e accessori e il mercato V degli alimentari; di fronte i banchi degli ortaggi e della frutta e quelli dell’abbigliamento.



La novità per vedere da vicino i volti del mercato e sentirne i suoni e gli odori è un progetto, nato in questi anni per opera della Coperativa Sociale Onlus “Viaggi Solidali” che propone tour del mercato in cui le guide non sono altro che abitanti migranti del luogo, che raccontano la loro cultura e danno luogo a situazioni di confronto e conoscenza reciproca. 



Normalmente le visite sopno pluriculturali, accompagnate da due guide di nazionalità diverse.  I migranti sono attori chiave nello sviluppo del turismo responsabile a partire dalla loro capacità di essere ponte tra due territori e due culture   Viaggi Solidali  ha ideato e tenuto a Torino il primo corso per “accompagnatori di turismo responsabile”, per cittadini di origine straniera, a cui hanno partecipato 25 persone di nazionalità diversa in modo da poter fornire il servizio in ben 8 lingue diverse! 
La visita del mercato non può non comprendere anche i vicini Balon e  MAO (Museo di Arte Orientale).  
Il Balon è il mercato delle pulci di Torino, nato verso la fine del '700 come mercato dei ferri vecchi.  A metà dell’Ottocento il luogo era frequentato dai rigattieri torinesi; oggi è il posto ideale per scoprire le botteghe che propongono prodotti e manufatti di ogni specie. In realtà non solo pulci si trovano: le vie del Balon sono circondate da ottimi antiquari, alcuni con immensi magazzini in cui perdersi. Buone anche le occasioni per un buon pranzo. Inoltre ogni seconda domenica del mese il mercato si trasforma in un grande mercatino dell’antiquariato minore, ormai da 26 anni. 



Il secondo è situato in un edificio in pieno Quadrilatero (Via San Domenico) e ospita una collezione di manufatti e mostre temporanee di oggetti provenienti dal medio e dall’estremo Oriente, con l’intento di intende ispirare nel visitatore nuove forme di pensiero e di rappresentazione fino alla piena consapevolezza di quanto sia preziosa ogni espressione del sapere umano. 



Concludiamo con una curiosità. Pochi torinesi conoscono la Galleria Umberto I, che collega l’esedra Juvarriana con le Porte Palatine progettata da Lorenzo Rivetti dopo il trasferimento dell’ospedale Mauriziano nell'attuale sede di Corso Turati e inaugurata nel 1890 . Accessibile da Via Basilica e Piazza della Repubblica la struttura a forma di T ospita negozi e caffè, negli stessi spazi che in passato erano le corsie dell'ospedale. Poco conosciute sono anche le regie ghiacciaie cui si accede da Via delle Orfane; sono quattro piani di cellette collegate da una scala elicoidale, che oggi fungono da deposito per i banchi della frutta e verdura.



Porta Palazzo è oggi uno straordinario connubio tra tradizione, immigrazione italiana ed extracomunitaria, e futuro. Farci un giro dovrebbe diventare una tappa imprescindibile per chi visita e vuole capire Torino,un po’ come il mercato della Boqueria a Barcellona.

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