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lunedì 18 luglio 2011

Il rito dell'aperitivo...una storia tutta torinese.

Sapevate che…l’aperitivo è nato a Torino nel 1786??
Beh se non lo sapevate ora vi raccontiamo la storia della sua nascita, contesa tra milanesi e torinesi. 

E’ il 1786 quando Antonio Benedetto Carpano comincia a produrre, in una bottega sotto i portici della centrale Piazza Castello, un vino aromatizzato ottenuto con infuso di erbe e spezie. Da allora, il vermouth è diventato l'aperitivo per antonomasia e uno dei simboli della città di Torino, tanto quanto in Piemonte. Da allora la “speciale bevanda” è stata esportata in tutta Europa e successivamente prodotta da Cinzano e Martini & Rossi, divenendo con l’appellativo di “Martini” l’aperitivo per eccellenza, da bere liscio o come base di tanti cocktail come il Negroni o il Manhattan, da bere anche nel dopo cena.
Molti anni dopo ne venne donata una cassetta a Vittorio Emanuele II il quale disse di apprezzarlo per quel punt e mes (in torinese “punto e mezzo”) di amaro che aveva in più rispetto ai suoi simili; così il Vermouth con China Carpano (immediatamente ribattezzato Punt e Mes) divenne l’Aperitivo Ufficiale di Corte. La Casa Reale apprezzava tanto la bevanda alcolica che concesse l’autorizzazione a usare la formula “Bianco Gancia, vermouth dell’Aristocrazia e della Regalità”. Anche un messaggero dell’indipendenza e dell’unità come Giuseppe Garibaldi, da cui l’aperitivo “Garibaldi” di Gancia, venne utilizzato come veicolo di propaganda dall’azienda piemontese.
Il successo fu enorme; Cavour, Verdi e Giacosa ne andavano pazzi e la bottega Carpano, dal 1840 al 1844, per soddisfare le richieste fu costretta a rimanere aperta ventiquattr’ore su ventiquattro.
Invece nel 1815, il signor Ramazzotti di Milano creò per primo un aperitivo a base non vinosa, ponendo in infusione nell’alcol ben 33 fra erbe e radici provenienti da tutto il mondo: china sudamericana, rabarbaro cinese, arancia amara di Curaçao, arancia dolce di Sicilia, genziana della Val d’Aosta ecc.
Tutte cose naturali e sane perché (chi lo ricorda?) “Un Ramazzotti che fa che fa che fa? Fa sempre bene!”


In seguito a questi successi, a Pessione (To), il produttore di vini Martini, entrato in società col commendator Rossi, mise in commercio un altro tipo di aperitivo di sua invenzione: moscato di Canelli in cui erano stati macerati melissa, sandalo, cannella, artemisia, violette, china, cardo, rose e origano.
Piaceva soprattutto alle signore, il Martini Bianco, perché dolce; quindi, per accontentare anche i rudi palati maschili, Martini e Rossi sostituirono il moscato con vini molto secchi, dando vita così al  Martini Dry.
Per non essere da meno, nel 1862 il signor Gaspare Campari, proprietario di un noto caffè sotto la Galleria di Milano, lanciò alla grande un nuovo aperitivo amaro e - per distinguerlo dal vermouth - lo chiamò con un altro nome d’origine germanica: Bitter (amaro) all’Uso d’Hollanda, in seguito ribattezzato Bitter Campari. Il Campari diventò l'aperitivo di Milano.
In seguito in onore di queste due città simbolo dell'aperitivo, Torino e Milano, nacque il cocktail Milano-Torino (poi detto "Americano") formato dall'unione di bitter campari e vermouth Martini (o Carpano) più acqua di seltz, o acqua minerale.
Nel 1919 a Padova la società Fratelli Barbieri inventò l'Aperol, un bitter simile al Campari, ma meno alcolico, che divenne poi la base dello Spritz, l'aperitivo veneto per eccellenza.
Anche Firenze diede un contributo notevole alla storia dell'aperitivo. Infatti, il conte Negroni, fiorentino, pensò di aggiungere al Milano-Torino del gin, al posto dell'acqua minerale, e nacque il cocktail Negroni: un terzo bitter Campari, un terzo vermouth (Martini o Carpano) e un terzo gin.
Negli anni '50 a Milano, al Bar Basso, zona Città Studi, venne inventato lo "Sbagliato" una sorta di Negroni in cui al posto del gin si utilizza lo spumante.


Nel frattempo i bitter si erano moltiplicati ed erano nati parecchi marchi come il Biancosarti, il Cynar, il Rabarbaro Zucca e fino agli anni '80 era abitudine diffusa bere come aperitivo uno di questi bitter o il Martini allo stato puro, liscio o con ghiaccio. Il quegli anni si bevevano ancora Long Island Ice Tea, Whisky con ghiaccio, Campari con il bianco (localmente un tempo chiamato anche mez-e-mez, cioè "mezzo e mezzo", oppure "un campari in due") , Bloody Mary e pochi altri cocktail.
Poi, sul finire degli anni  anni '80  si impose la moda degli alcolici sudamericani a base di rhum caraibico e tequila: si diffuse così l'abitudine di bere aperitivi a base di rhum come il Daiquiri o a base di tequila come il Margarita.
Negli anni '90 invece si diffuse la moda di bere vodka, forse anche a causa della fine dell'impero sovietico e della conseguente apertura verso un mondo fino ad allora inaccessibile: nacque così il Martini-vodka, seguito pochi anni dopo dall'Americano, e dalla riscoperta del Negroni Sbagliato.

Infine gli anni 2000 sono gli anni dei cocktail pestati, il Mojito in particolare, ma anche la Caipiroska; in compenso però negli anni 2000 sono tornati di moda i primi cocktail-aperitivi per eccellenza, lo Spritz e il Negroni. Inoltre, si è diffusa negli ultimi cinque-sei anni circa l'offerta di buoni vini al calice al posto dei cocktail.

A Torino l'aperitivo è un vero e proprio rito, che si svolge principalmente in tre punti strategici: il Quadrilatero Romano, Piazza Vittorio Veneto e il quartiere multietnico di San Salvario. Le enoteche, verso le 18, straboccano letteralmente di salumi, formaggi, stuzzichini, i cocktail-bar espongono ricchi e colorati buffet sui loro vassoi e i torinesi si preparano all'evento aperitivo come al momento più colorito di tutta la giornata.
L’aperitivo è particolarmente apprezzato soprattutto dagli studenti, che così possono permettersi una cena fuori economica (il prezzo va dai 6 ai 10 euro in media) e trendy. Infatti, tra i più giovani, il rito ha preso ilnome di "apericena" , ad indicare proprio la quantità di pietanze che corrispondono ad una cena. Uno dei migliori per qualità e varietà di scelta, per noi è il K5 in via San Domenico, in zona quadrilatero. In zona San Salvario ci sono gli inaffondabili Damadama e Diwan Cafè, mentre se cercate qualcosa di più modaiolo e chic, il posto giusto è il Cento90due in Corso Moncalieri.
Se invece cercate qualche proposta particolare vi suggeriamo l’iniziativa promossa da Torino e Provincia, Aperitivo sotto la Mole, che vi porta, insieme ad una guida esperta, alla scoperta dei caffè storici , dei locali più trendy e del rito dell’aperitivo (12 euro). http://www.turismotorino.org/prodotti/IT/R37/A268/P1/aperitivo_sotto_la_mole/
E allora non ci resta che dire…buon aperitivo a tutti!!

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